Il presente articolo propone un commento alle tre prime sezioni del secondo capitolo dell’enciclica Laudato si', intitolato Il Vangelo della creazione. Papa Francesco vuole offrire ad ogni lettore la grande ricchezza dell’esperienza di vita che emerge dalla Bibbia per metterla al servizio di «un’ecologia integrale» in un dialogo fecondo tra scienza e fede. Per la grande complessità della questione ecologica, è necessario un dialogo multiculturale e multidisciplinare, ricorrendo anche «alle diverse ricchezze culturali dei popoli, all’arte e alla poesia, alla vita interiore e alla spiritualità». Partendo dalla bellezza e bontà della creazione originaria, l’enciclica parla della frattura originatasi dalla disobbedienza primordiale che ha avuto delle conseguenze nella storia umana poiché il presente dell’umanità odierna si radica inscindibilmente nell’inizio e nella scelta tragica della prima coppia umana. In un excursus, che mira ad approfondire dal punto di vista esegetico la questione del dominium terrae cui si accenna nell’enciclica, si analizzano i quattro verbi che, nei due racconti della creazione, parlano dell’azione dell’uomo sulla natura: dominare e soggiogare, coltivare e custodire. Come umanità, siamo invitati da Papa Francesco a riconoscere il valore della creazione come dono e ad ascoltare la voce ferita di tutto il creato, ritrovando il coraggio di risanare le sue molteplici ferite. Così facendo, l’umanità odierna potrà anch’essa elevare inni di lode e di stupore a Dio per la bellezza della sua opera creatrice. Il Pontefice, riassumendo l’insegnamento biblico e teologico, afferma il fine ultimo della creazione: tutte le creature «avanzano, insieme a noi e attraverso di noi, verso la meta comune, che è Dio» (LS 83). Tale disegno è già realizzato in pienezza nel Cristo risorto «fulcro della maturazione universale» (LS 83) dell’intera creazione.
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Tom 54 Nr 1 (2021)
Opublikowane: 2023-01-27