Nella teologia possiamo scoprire vari approcci alla questione della possibilità di conoscere Dio: a) natura di Dio e i misteri soprannaturali possono essere conosciuti dalla
ragione umana (così p.es. S. Gregorio di Nissa, S. Anselmo di Canterbury, G. F. Hermes, A. Gunther, J. B. Baltzer, J. Frohschammer); b) la natura di Dio non può essere conosciuta
sotto alcun aspetto, anche se arriviamo alla conoscenza della sua esistenza; tale conoscenza può provenire soltanto dalla rivelazione biblica (agnosticismo, nominalismo, fideismo,
tradizionalismo, modernismo, teologia dialettica, teologia radicale); c) la natura di Dio non può essere considerata sul piano della creazione né rimossa dalla realtà; la conoscenza di
Dio, pur limitata, è possibile grazie all’analogia. Per J. H. Newman la conoscenza di Dio è possibile grazie alla fede e alla intuizione diretta e non razionale. L’argomentazione di J. H. Newman si svolge sul piano speculativo e psicologico. L’esistenza della coscienza richiama Qualcuno che è razionale e ontologicamente superiore dell’uomo. La responsabilità
basata sulla coscienza è segno dell’esistenza di Dio. Il discorso di J. H. Newman è quindi
antropologico e personalistico.
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Tom 37 Nr 2 (2004)
Opublikowane: 2021-02-10