Il pellegrinaggio è un viaggio dei credenti verso i posti santificati per rivelazione di Dio o per presenza di una persona importante nella religione. I pellegrinaggi non sono solo i morti ricordi dei antichi eventi. I celebri nomi o importanti eventi e posti, ossia principii della fede legati con loro tramite pellegrinaggio ravvivano nei cuori dei fedeli. I santuarii sono i posti della meditazione e approfondimento della fede per celebrare il ricordo e transfigurarlo nella viva testimonianza della fede. I pellegrinaggi sono caratteristici per la vita religiosa così per nomadi come per la gente seduta. Le pratiche dei pellegrinaggi affirmano antiche religioni del Vicino Oriente così nella Mesopotamia come nell’ Egitto. Anche la Bibbia ricorda le pratiche dei pellegrinaggi già dal tempo dei Patriarchi (XX/XIX sec. av. Cristo). Dal tempo dei Patriarchi sono famose quatri santuarii, santificati per la teofania. Là, i Patriarchi s’incontrano con Dio delle Promesse, il quale conduce loro nella storia della salvezza. Il santuario di Sichem è legato alla storia dell’ Abramo e Giacobbe e compie il ruolo della rivelazione del contesto della Terra Promessa. Il santuario di Mamre vicino Hebron ricorda la presenza di Abramo e le tombe della sua famiglia. Il santuario di Berseba ricorda il rinnovamento delle promesse di Dio date là al Isaaco. Alla fine il santuario di Betel è legato alla storia di Giacobbe, che va dal Canaan al Charan nella Mesopotamia. Già il Patriarca Giacobbe ha fatto il pellegrinaggio al santuario di Berseba e specialmente al santuario di Betel, come si legge in Gen 35, 1–15. Altro posto santo dal tempo di Patriarchi è Penuel legato anche con Giacobbe. Nei tempi dei Esodi dei Israeliti dal Egitto e il sequestro della Terra Promessa nascono i nuovi santuarii, dove fanno i pellegrinaggi i fedeli Ebrei. Nel XIII sec. av. Cristo Israeliti fanno i pellegrinaggi al santuario di Sinai, legato con teofania di Jahwe al Mosè. Nel tempo dei Giudici nascono di nuovi posti del culto come: Ofra, Soreia, Mispa, Gilgal, Gibeone, Dan, Rama, Tabor a specialmente — Silo. Nel Silo, nel posto della presenza d’Arca, ogni anno Israeliti fanno la solennità del dio Jahwe. Sicuramente là a questa solennità fà il pellegrinaggio Elcana con madre di Samuele — Anna (1 Sm 1, 3 nn.). Ai Codici dell’Alleanza (Es 23, 13 nn.; 34, 18 nn.) devono obbedire tutti maschi Israeliti attraverso tre pellegrinaggi dall’occasione di Pasqua, Pentecoste e festa dei Tabernacoli. Quando Davide ha portato l’Arca a Gerusalemme e quando Salomone ha costruito il Tempio (X sec. av. Cristo). Il posto speciale nella religione del popolo eletto hanno presi i pellegrinaggi a Gerusalemme. Il culto liturgico dell'altri santuarii si trasmettono al Tempio di Gerusalemme. In occasione di questi pellegrinaggi cantano i speciali Salmi dal 120 al 134, quali si chiamano Salmi Graduali. Dopo lo schisma di Geroboam (922 anno av. Cristo) ravvivano alcuni antichi santuarii d'Israele, quali concorrono con Gerusalemme. Dopo l'Esilio, quando Giudei hanno ricostruito il Tempio di Gerusalemme, proprio questo posto si stava dal questo tempo unico santuario, al quale fanno i pellegrinaggi Ebrei da tutta Palestina e dalla Diaspora. A Gerusalemme fà i pellegrinaggi anche Gesù Cristo. Lui, essendo il più Giudeo, insieme con suoi Genitori già come un giovanotto di dodici anni ha fatto il pellegrinaggio a Gerusalemme alla Pasqua (Lc 2, 41 nn.). San Giovanni Apostolo scrive nel suo Vangelo qualche volta dal pellegrinaggi di Gesù a Gerusalemme per varie feste. Ad esempio: Pasqua, festa dei Tabernacoli e festa della Dedicazione. Tutti i Vangelisti il speciale posto danno al pellegrinaggio di Gesù a Gerusalemme alla Pasqua, quando Lui là passò, morì e risuscitò. San Luca ha approfittato questo pellegrinaggio di Gesù, che va a Gerusalemme per compiere la Sua passione, morte e risurrezione, come una struttura del Vangelo. Gesù nel Vangelo di S. Luca sempre e nella via a Gerusalemme, sempre fa il pellegrinaggio. Anche l'Apostolo Paolo è arrivato a Gerusalemme al Pentecoste facendo il pellegrinaggio (Atti 20, 16 nn.).
La metafora del pellegrinaggio usato per esprimere il viaggio dell'uomo verso il Dio è molto nota nell'antichità. Nella Bibbia il pellegrino è un'uomo sempre nella via, uomo senza il posto stabile sulla terra. Nel NT tutti i Cristiani sono i pellegrini chi vanno con Cristo Archegos (Condottiere) verso Gerusalemme Celeste (1 P 1, 1; 2, 11; Ebr 2, 10; 12, 22). La vita del cristiano ha carattere del vero pellegrinaggio religioso.